Dimenticheremo questi lunghi nastri di raso..

Che ci legavano stretti..

Il tuo mettermi in piedi..

Il tuo pigiarti contro..

Mi facevi sedere su quello strano panchettino di finto legno.

Legata stretta..

Senza nessuna possibilità di fuga..

Legata..

Increspata di parole.. racchiuse.. da un nastro grigio metallizzato.

E rimanevi sul letto a guardarmi…

A capire le mie prossime mosse.. nervose..

Non c’era mai abbastanza luce..

Per guardami negli occhi..

Da dove sgorgavano.. continuamente richieste..

Bianche parole.. di velluto..

Lisce in superficie..

Si rapprendevano.. fino a diventare veleno…