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Cammino lentamente, tra vetri e cristalli.

Venezia mi è straniera.

Il rumore del mare, mi accompagna in questo mio viaggio, da solitaria.

Attraverso le piccole stradine, con il cuore tra le mani.

Respiro l'alito del vento.

Guardo le gondole, dondolare.

Il loro movimento, scandisce i miei passi incerti.

All'improvviso tu.

Camminavi rasente al muro, di una casa precaria.

I tuoi occhi uniti ai miei.

"Hai da accendere?"

Guardai la tua maschera sul viso.

Solo occhi.

Tirai fuori l'accendino, la fiamma era flebile, al tremore delle mie mani.

Mi bloccasti il braccio, con un gesto deciso.

Il mare ha i tuoi occhi.

Mi dicesti, avvicinandoti .

Vieni....ancora la tua voce.

Adesso camminiamo in due..lungo questo ponte, ricoperto di maschere distese.

E piccoli coriandoli, scesi da mani di bambini in continua corsa...verso il sorriso.

Intorno a noi solo, salite e poi discese ripide..e scarpe bagnate di pioggia.

Questo inverno sta finendo i suoi giorni, sbuffando vento.

Guardiamo il cielo rosa, anche lui mascherato...

Solo occhi di sole.

Il freddo ci penetra violento..

Ho ancora la forza di sorridere, mentre batto i denti.

La tua mano tormenta la mia...

A che ora passa il tuo cuore?

Mi domandi.

E' già qui, in perfetto orario, accanto al tuo.

Ti guardo, soffiare parole in un pensiero di Murano.