Nulla mi spinge oltre questi confini..
Il tuo parlare responsabile.. il tuo venirmi a cercare…
Dopo la rottura improvvisa..
Sotto scrosci di acqua e sapone…
Mi lavavo il viso..
Con le tue parole..
Continue..
Giustificate.. da strane formule…di intenti.. e tormenti.
Restavo in sospensione lungo una scia di piacere e oblio.
Questa frase che accarezzo..
Mi raccoglie.. mi annusa.. mi tocca..
Questo tuo occhio di vetro..
Dai mille riflessi.. mozzati dal mio sguardo.
E’ strano dovresti provare a volermi..
Ma rovesci.. la superficie trasparente..
Del tuo guardare…
E mi capovolgi.. e mi spezzi..
E mi raccogli nobile..
Come liquido vergine.