Un malandato riflettore, sputa flebile luce sull’arlecchino piegato su se stesso…

E’  abbandonato su un misero baule..invecchiato dal tempo e sapiente di tanti viaggi per il mondo.

I colori del suo costume sono sbiaditi…ed ogni piega, nasconde vecchi gesti che furono giovani.

La testa piegata sul bacino… e il viso nascosto a regalare l’ultimo, soffocato sorriso, al buio del suo corpo.

Piange l’arlecchino, ma i suoi occhi sono sprofondati tra i capelli neri…

E le lacrime cadono, ma solo sulla superficie dei suoi ricordi.

Il rumore è silenzioso…pensa all’ombra dell’ultimo applauso.

Una mano cade, lungo il suo corpo rannicchiato…

E lascia scivolare, una maschera un tempo felice.

E’ finalmente libero, l’arlecchino…

L’uomo che è in lui, si allontana verso una cascata di luce..

Ha finito la sua recita l’arlecchino…

E il suo corpo di artista, cade esausto, sommerso di risate.