Mi porgi la tua nuova favola.. su un piatto di plastica..

Perforata..

E tagliente come vetro..

Mi perseguiti con strane e inutili domande..

E cerchi risposte..

In un rituale incubo-film..

Preparai un pranzo di intenti..

E strane parole.. servite..

Fredde..

Rimescolate..

Inutili..

Sensazione fissa.. di un dolore…

Blocco lo stomaco..

In un crescente ritardo nel capirti.

La tua favola inversa..

E’ un linciaggio al mio cuore..

Già sulla porta.